RE GIORGIO
Re Giorgio. Del passato resta la figura del personaggio incontrastato del Carnevale Tempiese: “Giorgio”. Un tempo “ Jolgliu Puntogliu”, fantoccio imbottito di paglia ed infilato in un palo, oggi invece “Sua Maestà Re Giorgio”, enorme figura portata in trionfo su un trono lungo il corso mascherato, che rappresenta il potere in tutte le sue forme grandi e piccole.
Per sei giorni, Sua maestà Re Giorgio viene osannato, onorato e adulato. Il Martedì grasso, quando il giorno volge al tramonto e la gente è al massimo del divertimento, il Re, colpevole di tutto, viene processato.
A lui si addebitano le sue false promesse, prima fra tutte quella di matrimonio rivolta all’inizio del carnevale alla popolana Mannena , la cui figura sfila accanto a Giorgio, ingannata nei bagordi del Carnevale e rimasta incinta di quello che risulterà poi l’erede di Giorgio.
A lui si addebitano anche le malefatte, e le inadempienze dei Governanti e del Potere, che Giorgio finisce per rappresentare e impersonare. Seguono la condanna a morte, la lettura del testamento, il rogo sulla pubblica piazza e il farsesco funerale tra pianti, strepiti e grasse abbuffate.
Si ripete così l’antico rito del fuoco che preannuncia la fine dell’inverno e l’arrivo di una primavera ancora tardiva. Il Re muore. Ha lasciato però un erede. Sarà Re Giorgio per il prossimo carnevale.