Le Chiese
Cattedrale di San Pietro
Per raggiungere Piazza San Pietro dove è stata edificata la Chiesa è sufficiente da Piazza Mercato risalire la stretta via Battisti e imboccare l’ampia scalinata granitica di accesso alla piazza, costeggiare il perimetro della cattedrale fino a giungere dinanzi al grande portone d’ingresso.
La costruzione della chiesa risale al 1200 circa, in epoca medievale, anche se in realtà è stata soggetta nelle epoche successive a numerose opere di modifica, aggiunte e ristrutturazioni, tra cui si ricorda l’innalzamento del campanile nel XVI secolo. Conclusi i lavori di ampliamento nel 1827, Monsignor Capece fece inaugurare e consacrare la cattedrale il 2 giugno del 1839. All’interno si presenta imponente per l’altezza, è caratterizzata da un unica navata con quattro cappelle su ciascun lato sormontata dalla volta a botte. Particolari non trascurabili sono: il bellissimo organo ligneo realizzato da Paolo Ciresa nel 1980 e la fonte battesimale in marmo collocata a sinistra dell’ingresso. Retrostante all’altare principale si erige l’imponente coro in olivastro intagliato costruito durante il vescovado di Monsignor Vincenzo Vico tra 1737 e 1741 sormontato dall’affresco sull’abside circolare di San Pietro Apostolo che tiene tra le mani le chiavi del regno dei Cieli.
La Cattedrale di San Pietro è stata negli anni beneficiaria delle donazioni di molti illustri personaggi tra i quali anche un discendente della nota famiglia Misorro cui apparteneva lo stesso Don Misorro che fece erigere la Chiesa delle anime del Purgatorio.
Oratorio del Rosario
La facciata è semplice e a capanna ed è un misto di vari stili: presenta infatti alcuni elementi romanico-pisani, altri gotico aragonesi e altri ancora tardo barocchi. Sulla sua sommità un arco sostiene un piccolo campanile a vela, sormontato da tre statuette: a sinistra una statuetta di San Giuseppe risalente al ‘900, al centro e a destra invece, Castore e Polluce, delle quali non si conoscono ne la data ne la provenienza. Al centro della facciata è stata posizionata una formella di marmo dove è raffigurata la Vergine del Rosario con ai piedi San Domenico e Santa Caterina. All’interno l’edificio presenta una struttura ad aula ed è suddiviso in quattro campate da ampie arcate ogivali a sesto acuto, con copertura a spioventi a vista realizzati in legno di ginepro e di castagno. Qui si possono ammirare il prezioso altare ligneo e il retablo del 1700 e la piccola acquasantiera in marmo datata 1642. Nel 1981 la Chiesa venne chiusa al pubblico a causa di alcuni lavori di restauro ma già nel 1982 venne riaperta al culto. Anticamente la chiesa ospitava l’omonima confraternita.
Chiesa del Purgatorio
La facciata è semplice, a capanna e richiama quella delle chiesette campestri. All’interno si compone di un’unica aula e in alto un arco sostiene il piccolo campanile a vela. Un elemento senz’altro degno di nota è il grande dipinto collocato dietro l’altare intitolato a Maria che intercede per le anime e dal quale deriva la pratica popolare in uso ancora oggi di recarsi in questa chiesa a pregare per la purificazione delle anime dei defunti dopo i funerali, di ritorno dalla via del cimitero.
La tormentata storia della costruzione della Chiesa
La costruzione della chiesa è legata ad un triste fatto di sangue avvenuto a Tempio nel lontano 1670 circa; durante il regno degli Asburgo in Gallura forti clan pastorali occupavano estesi terreni. In quel tempo i malviventi spadroneggiavano, la città era dilaniata da inimicizie che sfociavano in assassini e i nobili approfittavano della loro immunità.
Tra i più potenti di quel periodo vi era Gavino Misorro, prepotente sanguinario temuto in tutto il territorio circostante. Egli possedeva immensi territori, numerosi capi di bestiame ed intorno a lui si radunava un entourage di uomini pronti ad obbedire ad ogni suo ordine. Spesso, con bande capeggiate da nobili arroganti come lui, sorgevano inimicizie che portavano a veri e propri scontri; fu durante uno di questi che una notte, il Misorro e il suo seguito, combatté alla periferia di Tempio, esattamente nel luogo dove ora sorge la chiesa delle anime del Purgatorio.
L’esito dello scontro fu sanguinoso, la banda avversaria venne trucidata con l’eccezione di un uomo che fu fatto prigioniero e, condotto nel palazzo di Don Misorro, venne rinchiuso in uno scantinato in attesa di giudizio. Il mattino successivo gli abitanti di Tempio, venuti a conoscenza della strage, si rinchiusero nelle proprie abitazioni mentre Don Gavino Misorro si recò sul luogo dell’eccidio e si accanì ulteriormente sui cadaveri esanimi dei nemici con disumana brutalità. Pochi giorni dopo ricevette da un vecchio amico un consiglio in merito al trattamento da riservare al prigioniero, questi gli disse: “il nemico che solinghi ti ucciderà”. Subito il signorotto rientrò in casa e puntò la pistola sul prigioniero gettandone poi il cadavere sulla strada. Dopo poco tempo, inaspettatamente per un violento come lui, iniziò a soffrire di sensi di colpa ma era soprattutto il timore del giudizio divino a terrorizzarlo e così, probabilmente in seguito al saggio consiglio di un uomo di Dio, congedò il suo seguito e si recò in pellegrinaggio a Roma per chiedere il perdono per le terribili azioni compiute.
Dal questo viaggio rientrò trasformato e si accinse a rimediare a tutti i vecchi torti, ma voleva lasciare ai posteri un segno del suo pentimento, fece così erigere a proprie spese nel luogo della strage una chiesetta dedicata alle anime del purgatorio in onore degli uccisi.
Chiesa di Nostra Signora del Pilar
La Chiesa risente in modo significativo dell’influenza della dominazione spagnola, ciò è riscontrabile anche dal nome che porta in quanto Nostra Signora del Pilar è il titolo con cui si identifica e si venera Maria madre di Gesù a Saragozza, luogo del miracolo operato dalla Vergine.
Il periodo di edificazione sarebbe da collocare tra il 1641, anno in cui si compì il miracolo, e il 1724, anno riportato su un blocco di pietra della facciata, anche se in un atto datato 1684 la Chiesa di Nostra Signora del Pilar è già documentata.
All’interno la Chiesa presenta una sola navata che conduce all’altare maggiore, di più recente costruzione, databile tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo.
Chiesa di San Francesco
Al suo interno la chiesa presenta una pianta a navata unica coperta a botte e divisa in quattro campate da sotto archi; su entrambi i lati si trovano complessivamente otto cappelle (quattro per lato), anch’esse coperte a botte, separate da grosse paraste doriche delimitanti le campate e reggenti un fastigio che incornicia in alto i fornici. Delle grandi finestre sono state ricavate nella curvatura della volta in ogni campata. Il presbiterio, molto profondo, è costituito da un’area presbiteriale quadrata e da un ampio coro rettangolare, entrambi voltati a botte e separati da paraste.
La facciata presenta due salienti laterali in corrispondenza delle cappelle ed è chiusa a capanna da una cornice terminale a dentelli, e al centro di essa si trova l’ampio portone.
L’edificio un tempo era luogo di sepoltura dei nobili.
Sul lato destro della chiesa è ancora visibile il vecchio convento dei Frati Minori Osservanti. Dopo la soppressione degli ordini religiosi l’edificio venne trasformato prima in carcere, poi nel 1897 in ospedale, e durante la Seconda Guerra Mondiale divenne invece sia deposito che ospedale militare e in quella occasione andarono distrutti il bellissimo altare maggiore in legno e gli altri altari. In tempi più recenti invece ha ospitato una scuola superiore e poi una scuola per odontotecnici.
La chiesa ha subito un’operazione di restauro durata molti anni, durante i quali era sempre chiusa al pubblico, ma recentemente è stata riaperta e al suo interno ospita il Museo del Presepe.
Chiesa di San Giuseppe
A questo punto si raggiunge la segnaletica stradale e un grande incrocio, svoltando sulla destra si percorre una salita che conduce direttamente al grande piazzale dove sorge la chiesa sormontata dal maestoso campanile.
L’edificio è stato edificato proprio sulla cima di una collinetta sulla quale anticamente venivano eseguite le condanne capitali per impiccagione; si tratta di una costruzione piuttosto recente rispetto agli altri edifici sacri della città, i lavori infatti iniziarono nel 1947 per volontà di monsignor Morera e si conclusero nel 1999 con la costruzione del campanile alto ben 37 metri.
Sulla medesima piazza sorgono anche il convento dei Frati Minori Conventuali e la Scuola Elementare che insieme con l’edificio religioso incorniciano il vasto spazio in centro costituendo, le strutture in origine infatti erano state progettate per costituire un complesso dotato di chiostro interno.
La chiesa, in pietra granitica a vista decorata da archi in rilievo, è realizzata secondo lo stile neo-romanico con una struttura a capanna; l’interno è essenziale, ad una sola navata con la pianta a croce latina e rimase tale anche dopo la ristrutturazione dei primi anni ottanta. Il comune della città cedette al parroco il terreno per l’edificazione nel 1935, i lavori iniziarono dopo poco più di dieci anni, nel 1947, e benché la chiesa non fosse ancora conclusa il vescovo istituì la parrocchia nel 1953 che è affidata alla cura dei Frati Minori Conventuali.