Chiesa del Purgatorio

Chiesa del Purgatorio

A Tempio si possono visitare e ammirare svariati monumenti o reperti d’arte avvolti da storie antiche e suggestive che caratterizzano la fisionomia culturale della città, uno tra questi è la Chiesa del Purgatorio.

L’edificio si raggiunge con facilità, partendo da Piazza Gallura è sufficiente percorrere la stretta Via Garibaldi per giungere nella graziosa e un po’ nascosta piazzetta del Purgatorio che prende appunto il nome dall’omonima chiesa posta sul lato destro. Ci troviamo dinanzi all’Oratorio del Purgatorio anticamente denominato “Le anime del Purgatorio”, si tratta di un tempietto eretto intorno al XVIII secolo in pietra granitica locale ricoperta d’intonaco.

La facciata è semplice, a capanna e richiama quella delle chiesette campestri. All’interno si compone di un’unica aula e in alto un arco sostiene il piccolo campanile a vela. Un elemento senz’altro degno di nota è il grande dipinto collocato dietro l’altare intitolato a Maria che intercede per le anime e dal quale deriva la pratica popolare in uso ancora oggi di recarsi in questa chiesa a pregare per la purificazione delle anime dei defunti dopo i funerali, di ritorno dalla via del cimitero.

La tormentata storia della costruzione della Chiesa

La costruzione della chiesa è legata ad un triste fatto di sangue avvenuto a Tempio nel lontano 1670 circa; durante il regno degli Asburgo in Gallura forti clan pastorali occupavano estesi terreni. In quel tempo i malviventi spadroneggiavano, la città era dilaniata da inimicizie che sfociavano in assassini e i nobili approfittavano della loro immunità.

Tra i più potenti di quel periodo vi era Gavino Misorro, prepotente sanguinario temuto in tutto il territorio circostante. Egli possedeva immensi territori, numerosi capi di bestiame ed intorno a lui si radunava un entourage di uomini pronti ad obbedire ad ogni suo ordine. Spesso, con bande capeggiate da nobili arroganti come lui, sorgevano inimicizie che portavano a veri e propri scontri; fu durante uno di questi che una notte, il Misorro e il suo seguito, combatté alla periferia di Tempio, esattamente nel luogo dove ora sorge la chiesa delle anime del Purgatorio.

L’esito dello scontro fu sanguinoso, la banda avversaria venne trucidata con l’eccezione di un uomo che fu fatto prigioniero e, condotto nel palazzo di Don Misorro, venne rinchiuso in uno scantinato in attesa di giudizio. Il mattino successivo gli abitanti di Tempio, venuti a conoscenza della strage, si rinchiusero nelle proprie abitazioni mentre Don Gavino Misorro si recò sul luogo dell’eccidio e si accanì ulteriormente sui cadaveri esanimi dei nemici con disumana brutalità. Pochi giorni dopo ricevette da un vecchio amico un consiglio in merito al trattamento da riservare al prigioniero, questi gli disse: “il nemico che solinghi ti ucciderà”. Subito il signorotto rientrò in casa e puntò la pistola sul prigioniero gettandone poi il cadavere sulla strada. Dopo poco tempo, inaspettatamente per un violento come lui, iniziò a soffrire di sensi di colpa ma era soprattutto il timore del giudizio divino a terrorizzarlo e così, probabilmente in seguito al saggio consiglio di un uomo di Dio, congedò il suo seguito e si recò in pellegrinaggio a Roma per chiedere il perdono per le terribili azioni compiute.

Dal questo viaggio rientrò trasformato e si accinse a rimediare a tutti i vecchi torti, ma voleva lasciare ai posteri un segno del suo pentimento, fece così erigere a proprie spese nel luogo della strage una chiesetta dedicata alle anime del purgatorio in onore degli uccisi.